Il borgo di Oliveto

Continua la scoperta del nostro bellissimo Comune, Valsamoggia e vi portiamo a Oliveto, detto anche il borgo della Saracca.

E’ un piccolo borgo posizionato in cima ad una collina a 224 s.l.m. situata proprio  di fronte alla collina che ospita l’Abbazia di Monteveglio.

Il nome Oliveto deriva dal fatto che nei tempi passati ci fossero coltivazioni di oliveti ora scomparsi, anche se negli ultimi anni alberi di ulivo sono stati piantati in molti appezzamenti in tutto territorio circostante. Inoltre il territorio è caratterizzato dalla presenza di boschi che si alternano a coltivazioni agricole e vigneti.

Il borgo è raccolto intorno a poche case, l’atmosfera che si respira è molto particolare, qui regna una pace incredibile (tranne i giorni del funerale della Saracca); inoltre da quassù si può ammirare il paesaggio, i calanchi di Monte Maggiore da un lato, in lontananza le vette del monte Cimone e del monte Giovo mentre guardando  verso il basso si intravede il percorso del torrente Samoggia.

Indice

  1. Un po’ di storia
  2. Cosa visitare all’interno del Borgo
  3. La Festa della Saracca
  4. Come raggiungere il borgo
  5. Bibliografia
  1. Un po’ di storia

Le prime informazioni del vecchio “castrum” di Oliveto si possono reperire negli archivi dell’Abbazia di Nonantola; dai documenti si evince che nel  776 Oliveto era un possesso nonantoliano frazionato in villaggi e nuclei rurali, con un Castello in cima al colle attorniato da mura. Nel 1156 a seguito delle lotte tra il Comune di Bologna e quello di Modena gli abitanti di Oliveto accettarono l’alleanza con Bologna e venne costituito il libero comune di Oliveto.

Dal 1371 iniziò il declino del castello, prima trasformato in villa a seguito delle diverse guerre per poi essere fu distrutto completamente nel 1428 da parte delle truppe di Giacomo Caldoro.

Da allora Oliveto divenne un borgo collinare abitato da una comunità dedita soprattutto  all’agricoltura.

Nel 1803 i francesi di Napoleone, che avevano invaso la regione, soppressero il Comune di Oliveto, passandone il territorio sotto il Comune di Monteveglio.

2.Cosa visitare all’interno del Borgo

Il castello

Per difendere i possedimenti nonantolani la popolazione costruì una cerchia di mura che seguiva la forma del colle con lo scopo di difendere l’abitato, al suo interno insieme al castello furono costruite alcune case e due chiese. Visto dall’alto il borgo fortificato aveva una forma ovale con un solo accesso. Da almeno 3 secoli il castello è completamente scomparso e solo poche tracce sono rimaste a testimonianza della sua esistenza,  come il campanile di San Paolo, un tempo torre di guardia.

La casa detta Bronzina

Questa casa si trova all’incrocio con la strada che porta verso il cimitero, è riconoscibile in quanto sulla facciata è posta una targa in legno con il nome della casa.

Dal 1410 al 1580 questa abitazione aveva la funzione di albergo, mentre attorno al XVI secolo, durante le numerose pestilenze, fu utilizzato come lazzaretto. Nel 1775 fu trasformato in fonderia di bronzo, da qui appunto ne deriva il nome.

La casa dell’ebreo Salomone

Fra il 1392 e il 1495 il borgo era abitato da contadini, da artigiani ma anche da una comunità di prestatori di religione ebraica che esercitavano una professione detta “Feneratizia”, un’attività di prestiti. Proprio in questo periodo, visto il protrarsi dell’attività per circa un secolo,  questa comunità acquistò diverse abitazioni tra cui la casa dell’ebreo Salomone. Ancora oggi è visibile ma non visitabile (è abitazione privata) la Casa Grande dell’Ebreo

La chiesa di San Paolo

Le prime memorie sulle origini di questo edificio, dedicato alla Conversione di S. Paolo, si hanno sin dall’alto medioevo. Diversi restauri hanno fatto sì che dell’antico aspetto medievale non sia rimasto praticamente nulla, tranne la pianta della chiesa e il campanile.

La chiesa è priva di facciata e i due ingressi sono posti sul lato. L’interno è a navata unica con due piccole cappelle laterali.

Nel pomeriggio i raggi del sole entrano dalle finestre colorate e l’effetto dei colori sulle pareti è molto suggestivo… guardate che meraviglia il crocifisso illuminato dal sole!

Sul lato esterno della chiesa sorge la torre campanaria dove al suo interno sono alloggiate quattro campane, la più antica fu fusa nel 1435.

Oggi la chiesa  è affidata alle cure delle Suore della piccola famiglia dell’Annunziata.

Oratorio Santa Maria delle Grazie

Di fronte alla Chiesa di San Paolo, in posizione sopraelevata sorge l’Oratorio.

Le prime notizie sulla sua esistenza risalgono al 1155; è composto da 2 ambienti,  uno per lo svolgimento delle funzioni religiose e l’altro con funzione di sacrestia restaurata tra 1996 e il 1999.

3. Il funerale della Saracca

Come scritto all’inizio di questo articolo, il borgo di Oliveto è detto anche il borgo della Saracca. Ma che cos’è la saracca? È una aringa, si si avete capito bene è proprio un pesce.

Una volta all’anno in questo piccolo borgo si svolge una festa legata al Carnevale che ha origini all’inizio del 1900 (le prime memorie si hanno a partire dal 1923), è il funerale della Saracca.

Questa festa si svolge in un periodo compreso tra la fine del carnevale e l’inizio della quaresima. Consiste in una processione che accompagna la bara contenente la saracca lungo tutto il paese fino al luogo designato per la sepoltura.

Il corteo è accompagnato dalla musica di una fisarmonica e di un clarino che intonano le note per lo “scucioll” un antico ballo dove le persone al segnale della musica si rotolano per terra ; queste soste sono ripetute più volte durante il corteo.

Questa ballo nella storia di Oliveto è legato all’ubriachezza e puntualmente richiama  centinaia di persone anche giovani e tutt’ora il vino scorre a volontà (naturalmente prima dell’emergenza Covid).

4. Come raggiungere il borgo

Il borgo di Oliveto è raggiungibile:

  •  dalla strada Bazzanese, prima di raggiungere Crespellano, si imbocca Via Puglie che termina proprio a Uliveto;
  • percorrendo il nuovo asse attrezzato uscendo a Valsamoggia, mantenere le indicazioni per Monteveglio, prima di attraversare il ponte del fiume Samoggia, si gira a sinistra in direzione Stiore, dove all’incrocio si gira nuovamente a sinistra in Via Sant’Egidio. Qui la strada si inerpica fino a raggiungere il borgo.

Inoltre dall’abitato di Stiore parte anche un percorso pedonale o per mountain bike che raggiunge il borgo attraversando il bosco, naturalmente il sentiero è tutto in salita.

5. Bibliografia

Oliveto  Impronte d’arte e segni del sacro – Domenico Cerami – pubblicato a cura della Parrocchia di Monteveglio  settembre 2011.
– Cultura tradizionale a Monteveglio e nella valle del Samoggia  – Gian Paolo Borghi
Questi libri sono reperibili all’interno della biblioteca di Monteveglio. Ringrazio la bibliotecaria, Maddalena, per l’aiuto e i consigli che mi ha fornito.

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