Il Museo internazionale delle Marionette di Palermo

Spesso sentiamo parlare di Marionette, Burattini, Pupi, ma conoscete la differenza?

Il burattino è un pupazzo animato dalla mano del burattinaio, il quale è posizionato sotto al palco. Il burattinaio è anche colui che da la la voce al burattino e narra la storia.

Le marionette sono pupazzi controllati tramite fili collegati alle estremità del corpo e sulla testa. Il  marionettista muove le marionette dall’alto tirando e muovendo i fili, dando anche  la voce ai personaggi narrando la storia. Le marionette sono raffigurazioni di figure umane e vestono abiti in miniatura. Le marionette siciliane prendono il nome di “pupi siciliani”.

A Palermo abbiamo visitato un museo dedicato a questa forma di arte, il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, istituito nel 1975 dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari. Un Museo prezioso per la Sicilia dedicato a una forma teatrale, quale l’opera dei pupi, dichiarata nel 2001 dall’Unesco Capolavoro del patrimonio immateriale e orale dell’Umanità.

Il museo è stato concepito per fare conoscere ad un vasto pubblico l’arte e le tradizioni popolari della Sicilia non solo attraverso un’esposizione museale aperta al pubblico ma proponendo anche spettacoli dal vivo, noi abbiamo assistito ad una rappresentazione insieme ad una scolaresca.

La storia del Museo

Fondatore del Museo fu Antonio Pasqualino, scomparso nel 1995, che dedicò la sua attività di ricerca ad una forma teatrale che, nella seconda metà del Novecento, era destinata al declino: l’opera dei pupi, che narrava delle Crociate e dei Paladini di Francia.

Nel 1965 Antonio Pasqualino fondò insieme a un gruppo di intellettuali, l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari salvando dalla distruzione e dall’oblio molte testimonianze, come testi di scena, pupi, teatrini ed arredi.

Nel 1975 l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari fondò il Museo internazionale delle marionette dove sono  custoditi  i pupi e i diversi materiali raccolti nel corso degli anni. All’interno vengono allestite mostre e progetti teatrali legati alla tradizione siciliana. Tra gli oggetti presenti nel museo ce ne sono alcuni provenienti da Paesi europei, come la Francia e la Spagna, e dell’Estremo Oriente (Thailandia, Birmania, Vietnam).

La Rassegna dell’opera dei pupi nel 1985 si è trasformato nel Festival di Morgana, una manifestazione di rilevanza internazionale con la presenza di compagnie provenienti da tutto il mondo e scuole italiane e straniere.

Il Museo

Il museo si trova all’interno dell’ex Hôtel de France, nel centro antico di Palermo, a pochi passi da piazza Marina.

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – Palermo

Il Museo si sviluppa su tre livelli e al suo interno si trovano spazi espositivi e un bookshop  una sala dove si svolgono gli spettacoli teatrali.

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – Palermo

Al Museo è collegata la Biblioteca “Giuseppe Leggio” che comprende circa settemila volumi su pupi e marionette e sulle tradizioni popolari.  Inoltre sono presenti copioni manoscritti dell’Ottocento e di inizio del Novecento, e di dispense cavalleresche pubblicate tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Il Museo è dotato inoltre di un archivio fotografico, una videoteca e una nastroteca, con registrazioni di spettacoli di teatro di figura di diversi Paesi.

Le Collezioni

Il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, custodisce oltre 5.000 pezzi, fra pupi, marionette, burattini, ombre, attrezzature sceniche e cartelloni provenienti da tutto il mondo.

Al suo interno è presente la più vasta e completa collezione di pupi di tipo palermitano, catanese e napoletano, e numerosi materiali utilizzati nelle altre tradizioni del teatro di figura.

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – Palermo

I pupi italiani

Una peculiarità dell’opera dei pupi è la presenza di soggetti cavallereschi. I pupi sono ricoperti di corazze metalliche splendenti con una meccanica adatta a rappresentare i combattimenti con le spade.

I pupi dell’Italia meridionale, le marionette del Belgio e della Francia del nord, dal punto di vista meccanico si somigliano molto, infatti, il movimento si trasmette direttamente dal manovratore alla figura attraverso comandi rigidi.

Tuttavia, si differiscono tra loro in alcune caratteristiche:

Pupi palermitani: misurano 80 centimetri di altezza, hanno il ginocchio articolato; hanno un ferro principale che attraversa la testa e si aggancia al tronco, un ferro al braccio destro e un filo al braccio sinistro. Vengono manovrati dai lati del palcoscenico.

– Pupi catanesi: misurano 1,2 metri d’altezza, hanno il ginocchio rigido; hanno un ferro principale che attraversa la testa e si aggancia al tronco, un ferro al braccio destro e un filo al braccio sinistro. Vengono manovrati dall’alto di un ponte dietro il fondale.

Pupi napoletani: misurano 1 metro di altezza, hanno il ginocchio articolato; hanno un ferro principale che attraversa la testa e si aggancia al tronco, un filo al braccio destro e al sinistro. Vengono manovrati dall’alto di un ponte dietro il fondale.

– Pupi di Bruxelles: misurano 80 centimetri di altezza e hanno il ginocchio rigido; un ferro principale attraversa la testa e si aggancia al tronco, e hanno fili al braccio destro e al braccio sinistro. Vengono manovrati dai lati del palcoscenico.

Pupi di Liegi: misurano 80 centimetri di altezza, hanno il ginocchio articolato; un ferro unico è agganciato a un anello al sommo della testa, senza nessun altro comando. Vengono manovrati da dietro il fondale.

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – Palermo

Marionette e Burattini del mondo

In Oriente sono presenti tante tradizioni di teatro epico, comico e di varietà che si avvalgono di tecniche di animazione diverse. In tutta l’Asia il teatro animato ha un antico legame con le pratiche religiose tant’è che viene considerato un rito magico-religioso.

Il teatro delle ombre, insieme ad altri tipi di figure animate, si pensa arrivi dall’Asia e si diffuse in tutti i Paesi che facevano parte dell’impero Ottomano, tutt’ora il teatro delle ombre è presente in Turchia, in Grecia e in Tunisia.

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – Palermo

Anche la Cina possiede una ricca tradizione di ombre, marionette e burattini. Le figure del teatro delle ombre sono di pergamena colorata e hanno arti mobili. Lo schermo è sostenuto da una elaborata costruzione in legno scolpito, dentro al quale si posizionano i manovratori e una piccola orchestra. I teatri delle marionette a fili e dei burattini sono a più ripiani, scolpiti e dorati nello stile di piccoli templi. I burattini sono alti da trenta a quaranta centimetri e hanno gambe di stoffa con piedi di legno Sono vestiti con abiti ricamati in seta e di broccato. La testa è scolpita in legno e completata da parrucche che possono essere sostituite. Il movimento dei burattini cinesi è raffinato con effetti di grande grazia ed eleganza.

Le marionette thailandesi, dette hun krabok, vengono mosse da più danzatori: due muovono le gambe tenendo i piedi, uno muove la testa con una mano introdotta nel corpo, mentre le mani e le braccia vengono mosse con due bacchette metalliche. Le storie degli spettacoli di hun krabok raccontano la storia di Rama e spesso sono rappresentate imitando il teatro danzato infatti in genere i marionettisti sono anche danzatori.

Il teatro delle marionette birmane, detto yoke thay thabin, fu creato per diffondere messaggi ideologici e religiosi.

Le ombre turche e greche sono fatte di pergamena e sullo schermo appaiono colorate; Il manovratore le muove spingendole con bacchette di legno mantenendo il contatto con la tela.

Il marionettista, detto hayalci in Turchia, era considerato “un maestro”, “un guaritore di anime”.

Karaghiozis, lo spettacolo greco delle ombre, accentua gli aspetti di protesta sociale colorandoli di nazionalismo.

Le più grandi ombre indiane sono quelle dell’Andhra Pradesh, dette tholu bomalatta; sono figure semitrasparenti che misurano circa un metro e sono costruite con pergamena di pelle di capra, traforate e colorate. Gli arti e la testa sono mobili: la figura è sostenuta da una stecca di canna che il manovratore impugna dal basso; muove poi gli arti e la testa direttamente con le mani.

In Malesia, Cambogia e Tailandia sono presenti spettacoli di ombre, detti wayang kulit. Si distinguono due tipi di spettacolo: il wayang Giava e il wayang Siam; il primo aveva carattere aristocratico ed è oggi estinto mentre il secondo, di carattere popolare, è ancora oggi diffuso.

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – Palermo

Le ombre malesi, dette wayang gedek, possono essere di cuoio, opache e apparire nere sullo schermo, oppure possono essere semitrasparenti e colorate.

Le ombre cambogiane possono essere di grandi dimensioni e sono chiamate nang robam, mentre quelle più piccole sono dette nang sbek o nang ayang. Queste ultime sono opache e spesso non articolate.

Le ombre tailandesi possono essere di piccole dimensioni, dette nang talung e sono opache o semitrasparenti, articolate o no, mentre le ombre nang yai sono di grandi dimensioni, opache e non sono articolate.

Le marionette di Giava e di Bali sono molto più piccole di quelle indiane e sono manovrate dal basso mediante bacchette. Nel caso delle ombre, le figure proiettate sullo schermo sono deformate ed inclinate.

Anche in Africa sono presenti marionette. Nel Mali i personaggi del teatro delle marionette dei Bambara raramente  parlano, e quando lo fanno usano uno strumento che deforma la voce, e per questa ragione le loro parole devono essere tradotte al pubblico. Le marionette vengono manovrate dal basso con bastoni, mentre il teatro è smontabile, detto kalaka, che è costituito da una struttura che sostiene una tenda. Le marionette vengono conservate in una capanna il cui ingresso è interdetto alle donne e ai bambini.

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – Palermo

In Congo, oltre alle marionette, sono presenti  i kebe-kebe, dei Mbochi e dei Kuyu, che celebrano grandi personalità del passato. Sono figure mosse dal basso con bastoni. Il manovratore è nascosto da una cappa e tiene la testa della figura alta, sopra la propria testa.

Nella città di Ketù, vicino al confine fra Nigeria e Benin,  le maschere-marionette vengono utilizzate dagli Yorubà per funzioni propiziatorie, dette gledé. Le maschere vengono portate sulla testa e le figure sono mosse dal basso, mediante fili, dal danzatore che le indossa.

Dove si trova il museo

Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
Piazzetta Antonio Pasqualino 5
(trav di Via Butera)
Palermo

Orai e modalità di accesso

Lunedì, domenica e festivi orario 10,00-14,00

da martedì a sabato orario 10,00-18,00

Costo del biglietto € 5,00

la biglietteria chiude un’ora prima della chiusura del museo.

Se vi trovate a Palermo vi consigliamo di andare a visitare questo museo, molto particolare ed interessante che permette di conoscere le tradizioni dell’arte delle marionette di tutto il mondo.

Vi attendiamo nei commenti per sapere se vi piacciono le marionette, i pupi e i burattini.

Fonti

https://www.museodellemarionette.it/

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19 pensieri riguardo “Il Museo internazionale delle Marionette di Palermo

  1. Non sapevo che di pupi ci fossero tante tipologie! Io sono affascinata dal teatro d’ombre, che trovo davvero poetico, comunque a casa ho vari burattini indiani antichi!

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  2. Io sono a Parma e qui ci sono più spettacoli di burattini che di marionette, anche se ammetto che a me piacciono di più le seconde ma, come per qualsiasi tipo di teatro, dipende dallo spettacolo che c’è in scena!
    Comunque non avevo idea che ci fossero così tanti tipi diversi di marionette in giro per il mondo!

    Piace a 1 persona

  3. Non sono una vera fan delle marionette ma qui stiamo parlando di vedere e proprie opere d’arte che meritano di essere viste, soprattutto perché così pregne di significato e veri simboli della tradizione siciliana!

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  4. Quanti ricordi mi hai riportato alla mente!! La gita al museo delle marionette di Palermo è un must di tutte le scuole nelle province vicine. Non mi dispiacerebbe tornarci adesso, da grande e capirne meglio il meccanismo e il fascino di questa tradizione siciliana.

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