Questa estate ho visitato l’Abruzzo, una bellissima regione dell’Italia. Del mio viaggio parlerò nei prossimi giorni; vorrei dedicare una pagina speciale alla città de l’Aquila.
Il 6 aprile del 2009 alle 3.32 del mattino una scossa di magnitudo 6,3 ha distrutto la città de l’Aquila e molti paesi vicini. Una violenza inaudita che ha raso al suolo case, monumenti, edifici storici, università, ma soprattutto ha causato la morte di 309 persone e ha provocato migliaia di sfollati.
Le immagini della città distrutta, le abbiamo viste centinaia di volte, per televisione, sui social, sui giornali, ma credetemi, vedere la città personalmente, a 7 anni da quel terribile giorno, è stato veramente impressionante, una devastazione che lascia senza parole.
Siamo arrivati a l’Aquila sabato 16 luglio 2016; già in lontananza si notavano le gru che svettano sulla collina. Abbiamo parcheggiato il nostro mezzo nell’Area camper nei pressi di Via Pescara e siamo saliti a piedi verso la fortezza cinquecentesca, della quale si visita solo l’ esterno, abbiamo passeggiato nel Parco del Castello e discesi verso il nuovo Auditorium del Parco realizzato su progetto di Renzo Piano.

Percorrendo Corso Vittorio Emanuele abbiamo raggiunto il centro storico; non ci sono parole per lo scenario che si è presentato ai nostri occhi. Tutte le case e i palazzi, una volta sicuramente imponenti e maestosi, sono completamente distrutti, si ha l’impressione di vivere in una città fantasma, il silenzio è tombale. Solo un sentimento affiora improvvisamente: la tristezza e l’impotenza.


Oggi quello che rimane sono una serie di rovine, alcune delle quali sono “già fasciate” dalle impalcature, altre sono in attesa di essere prese in considerazioni e, purtroppo, solo pochi edifici sono già stati ristrutturati.
Arriviamo a Piazza del Duomo; anche qui la situazione non cambia, distruzione ovunque. Su alcuni monumenti notiamo le bandiere dei paesi stranieri che stanno contribuendo alla ristrutturazione delle opere d’arte però molte strade laterali non sono ancora accessibili, neanche ai pedoni. I negozi e i ristoranti aperti sono pochissimi.

Il percorso pedonale da piazza Duomo ci conduce alla chiesa di S. Bernardino da Siena, bellissima chiesa già ristrutturata.

Pochi giorni prima di arrivare a l’Aquila, un’amica mi aveva raccontato della vivacità del centro e dei suoi vicoli, dei colori, dei suoni e della sua bellezza prima del terremoto, ora rimane solo l’oblio e la distruzione è ancora molto evidente. La tristezza che si assapora è molto forte e tocca il suo culmine quando ci rechiamo alla casa degli studenti.

Il senso di impotenza ci assale; non ci sono abbastanza parole per descrivere lo spettacolo che troviamo al nostro arrivo. Il cuore si stringe e la mente va alle famiglie degli studenti che hanno perso la vita quel tragico giorno.
Ultimi momenti della giornata li dedichiamo alla fontana delle 99 Cannelle, già completamente ristrutturata e alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio della quale si può vedere solo una parte della facciata, tutto il resto è in ristrutturazione.

Un “in bocca al lupo” a tutti i cittadini de l’Aquila e dei paesi limitrofi per una ripresa completa.